proiezione su materia

SENZA TITOLO

2017

Documentazione video realizzata presso la mostra Art Monsters tenutasi a Palazzo Della Penna, Perugia, dal 22.09 al 15.10 2017.

 

Suoni: Streamo.

cortometraggio

LA TERZA COSA

2016

"Per l'uomo della strada, la maggior parte delle versioni proprie della scienza, dell'arte e della percezione si distaccano in qualche modo dal servizievole mondo di tutti i giorni, che egli ha costruito a buon mercato a partire da frammenti della tradizione scientifica e artistica e dalla sua stessa lotta per la sopravvivenza. Questo mondo, a dire il vero, è quello preso più spesso per reale; infatti la realtà in un mondo [...] è largamente una questione di abitudine".

Nelson Goodman


"Se guardo questo bellissimo tramonto è giusto che nello stesso momento il mare sia solcato dal più volgare dei traghetti [...]. Solo accettando questa contaminazione si può tentare di vedere davvero cos'è la realtà [...]."

Enrico Ghezzi


"L'onnipresenza ignora l'unilateralità".
Mario Perniola

videoclip

Nuvole

2016

 

Girato tra dicembre 2015 e gennaio 2016, "NUVOLE" ha vinto il concorso organizzato dall'Accademia di Belle Arti Pietro Vannucci di Perugia per la realizzazione di un clip sulle musiche di Maurizio Mastrini.

 

 

Soggetto, regia, riprese e montaggio di Marco Buzzini.

ambiente

SENZA TITOLO

(stagnante) 2015

Quello cha c’è nella mente è difficilmente qualcosa che possa bastare di per se. Si necessita una comunione che però nega la morbidezza di questo termine. Diviene di volta in volta stridente, dolorosa compenetrazione, scontro e scambio allo stesso tempo.
Se il rapporto non è stato solo di violenta costrizione da l’uno o dall’altro lato, se non è stato che un rapporto occasionale o un matrimonio meramente perfetto, senza contrasti, se c’è stato un confronto, una collaborazione, a volte sofferta ma mai univoca, allora ciò che resta non rappresenta, non comunica, ma è.
E l’utilità? In un tempo e in cui il destino per chi non produce è lo stesso di un aborto malcelato, come si può continuare in direzione del fare artistico? Cosa si può vedere in un buco nell’acqua che legittimi il fatto stesso di produrlo?
L’impurità è base dell’esistenza, e come essa non è mai quaalcosa di stilizzabile. Mai qualcosa di netto, lineare. Raramente giusta e solo ingenuamente giustificabile in base a forme. Ma le forme dell’esistenza risulteranno all’occhio più simili a tutto ciò che per noi nega la vita, se cerchiamo perfezione, levigatezza, chiarezza. “Perfezione” è un concetto (e solo un concetto) sterile, dunque non fecondo. E’ il contrario della vita. Essa è ambigua, incoerente ai nostri occhi. E’ priva di forme morali. E’ priva di scopi se non quelli che vengono a realizzarsi.
Un organismo generato in ambiente asettico è incompatibile con la vita stessa. Se l’esistenza è potuta essere è per via dell’impurità. Sta a noi riconoscere l’armonia in questo processo.


Il lavoro esposto alla mostra “IDROPHILIA - LA ZONA ABITABILE” (curata da Ilaria Margutti presso la CasermArcheologica di Sansepolcro nel 2015), è il confluire di attività artistiche a se stanti, riunitesi nella creazione di un ambiente: distribuito in una stanza e in una anticamera presenta quattro fotografie analogiche in bianco e nero, cinque pannelli metallici e una proiezione su acqua e cemento.

video installazione

SENZA TITOLO

(oggettità) 2014

“L’apparizione di altri nel mondo corrisponde al manifestarsi di uno scivolamento di tutto l’universo; ad un decentrarsi del mondo che mina dal di sotto la centralizzazione che io compio nello stesso tempo”.

Jean-Paul Sartre, “L’essere e il Nulla”, 1943



L’installazione senza titolo, una proiezione muta che potremmo chiamare “oggettità”, sia per evitare confusione con altre video installazioni ebefreniaPRD, sia per il legame col pensiero di Sartre, è costituita da un mezzo busto in cera che riproduce un uomo, con lineamenti appena accennati, il quale guarda da sopra la spalla sinistra, come voltandosi indietro.
Sia il materiale sia la scelta di utilizzare un manichino per il calco del busto, collaborano a rendere diafana la superficie sia in senso visuale che caratteriale.
Sulla cera è stato applicato un lieve strato di tempera bianca che, sgretolandosi (dato lo scarso grip con sulla cera) tende a definire meglio alcune zone facendone apparire altre come appena abbozzate.
Tra il mezzobusto e l’osservatore si frappone un proiettore che guarda in direzione della testa in cera, connotandola attraverso l’immagine che vi proietta sopra. A qualche metro di distanza dietro iil busto, l’immagine sborda su un fondale, restando fuori fuoco e meno distinguibile.

Il gioco di sguardi messo in moto coinvolge l’osservatore a sua insaputa, pur lasciandogli il privilegio di mantenersi nell’ombra. Egli è schierato dietro il proiettore, il suo volto è nascosto dalla luce di questo. Questa luce è invece violenta nei confronti del busto, disegnandone i lineamenti in base all’immagine da se stesso proiettata e non alle forme reali della testa di cera.
La forte luce del proiettore, a lungo andare scalda la cera fino a raggiungere il punto di fusione, ma solo sul fronte di questa. Ciò fa si che i già scarni lineamenti della testa, vadano lentamente sfaldandosi. Sul lungo periodo, la luce non solo connoterà la l’uomo riprodotto nella cera, ma lo cambierà consumandolo, aprendo varchi nella materia che sciogliendosi andrà a raccogliersi sul vassoio che presenta la testa. Questa, perderà mano a mano fuoco e definizione, andando ad incorporarsi ed appiattirsi sul fondale indistinto.

video installazione

SENZA TITOLO

(dorme / lei) 2014

“Dorme”. Questo l’appellativo con cui è stata chiamata la videoinstallazione, più per riconoscere il video di cui si sta parlando che per una aderenza vera e propria in fatto di significati.

E’ una videoinstallazione costituita dalla proiezione di una figura rannicchiata. Respira e si muove lentamente, appena percepibile. Apparendo e scomparendo a seconda delle luci che ne disegnano le forme.

Nelle immagini di documentazione viene presentata in presa diretta, senza aggiunte audio, solo un montaggio video di riprese dell'installazione all’interno della tromba delle scale in un edificio che ospitò una caserma e che oggi, con il nome di CASERMARCHELOGICA, ospita quella parte di fenomeni che possono essere considerati opposti alla precedente attività svolta nell’edificio.

In realtà la grande figura in posizione fetale non è chiaramente una dormiente. Potrebbe trattarsi di un organismo ancora in stato di formazione, racchiusa all’interno di un sacco amniotico architettonico, nutrendosi di ciò che rimane della struttura fatiscente che la ospita. Assimilando i disegni degli intonaci sgretolati, che lasciano la propria polvere misurare le superfici, ricoprendole ma non cancellandole, aderendo perfettamente ad ogni incavo, scegliendo quali spessori siano degni di rimanere in vista e conservando sempre comprensibile il passato.
La figura non da modo di individuare un sesso e quindi un personaggio, una storia. E’ più probabile che la storia che porta dietro di se possa essere comprensibile in base a quella probabile, a venire.
Respira. Salendo i gradini la si può leggere da ogni angolo senza comprenderla appieno, ma contemplando un continuo senso di incombenza. E’ un respiro calmo ma si tratta pur sempre di una creatura di proporzioni eccezionali.
Da quanto tempo è la sotto? E’ li che si è formata o vi è stata relegata? Qualcuno l’ha nascosta fino ad oggi? Si sveglierà? Che tipo di reazione avrà alla vista di ciò che la ‘contiene’?

video installazione

SENZA TITOLO

(inconoscibile / lui) 2014

 

 

"Il nostro presupporre in base a concetti in noi preesistenti al rapporto con l’oggetto, ci fa considerare l’oggetto in base alle nostre forme piuttosto che alla sua effettiva natura. Il nostro non è un tentativo di comprendere ma di archiviare.

Ciò non può avvicinarci alla conoscenza". 

 

Quella che trovate qui è una sorta di documentazione realizzata durante la mostra ART QUARTET tenutasi a Sansepolcro, Arezzo. 

L'installazione mostrata non ha titolo. Si tratta di una proiezione su nylon e materiali vari ed è da considerarsi 'a tutto tondo' in quanto a fruibilità spaziale.

 

 

Ulteriori informazioni disponibili nella sezione PAROLE di questo sito, dove è scaricabile il testo "INCONOSCIBILE" da cui è tratta la citazione d'apertura.

 

loop video

CICLICO

2014

 

 

"Una volta ancora ascolto il pulsare dela terra, il suo geologico ritmo senza tempo. Di nuovo, ascolto la chiamata del mondo vegetale delle reti delle radici e delle cime degli alberi. L'istinto di far disperdere la mia coscienza, di annegare nella pace e nel silenzio".

A. Moore


CICLICO nasce come corto con un'inizio, uno svolgimento e una fine. Tuttavia muta in loop (qui ripetuto per 3 volte), anche cercando di non snaturarsi.
E' la realizzazione in video di una serie di riflessioni sul tema della terra, del ritorno, del circolo organico che più s'avvicina alla decomposizione, più è vita.
L'esistenza cosciente è vista come unico istante di rallentamento. L'uomo, in quanto privilegiato grumo di cellule, qui ha il breve privilegio di estendersi al difuori di questo tutto e prenderne consapevolezza. Per poi tornarvi.

La realizzazione tecnica è, come d'abitudine per le produzioni ebefreniaPRD, volutamente la complicazione e l'involuzione di tecniche moderne, le quali divengono troppo spesso vittme di loro stesse. Il video è girato con una camera rigorosamente estranea al formato HD, attraverso una stop motion manuale e quanto più sporca e matematicamente disarticolata.

cortometraggio

EN-PRIMERE

2013

 

 

La sensazione di privazione, di impotenza, che appare nell‟uomo al momento in cui diviene consapevole dell‟inutilità della sua opera.
L'impossibilità di reprimere necessità espressive che premono da dentro nonostante uno sforzo teso a trattenerle.
Il movimento che nega l'espressione stessa, cauterizzando il gesto ed imprigionandolo in un contenitore che non può dominarne la pressione.

cortometraggio

JUKTA

2012

 

 

"Jukta": CONGIUNTA nella trasformazione nordica dal latino CUM JUNGERE.

Jukta tratta della destinazione, interrogandosi sul SE e sul DOVE.
Da un condizione naturale o innaturale di partenza, che consta di un senso di mancanza, di inadequatezza, senza conoscere la ragione della propria origine, matrice, funzione, tende ad un non meglio definito altrove nella speranza di giungere al proprio posto.

cortometraggio

SYNTH

2011

 

 

Riflessione no budget su individuo e sintesi. L'implicazione della perdita del contenuto nel variare del contenitore. Ma anche l'allargarsi del campo percettivo e psichico nel mutare delle possibilità. L'aspirazione ad una synthesis continua fino al dissolversi di quei punti di riferimento da noi stessi posti, e lo smarrirsi in un esistere in cui l'uomo, per logica, non può che dileguarsi a sua volta.
(o qualcosa del genere - nda)

Egomaniacalmente ideato, diretto, interpretato e montato da Marco Buzzini.

videoinstallazione / cortometraggio

A U D I O

2010

 

 

Pensato come una video installazione, A U D I O, trasmettendo il proprio respiro, vuole imporre la propria ESISTENZA per giungere ad una riflessione sul modo che lo sguardo ha di toccare. Il respiro della percezione.

cortometraggio

S T U D I O

2009

 

 

Corto no budget egomaniacalmente scritto, diretto, interpretato e montato da Marco Buzzini.

Un non-horror immerso in atmosfere care ai frequentatori dei midnight movies nel tentativo di oscillare tra due (o più) accezioni del termine CINEMA.

Marco Buzzini

 

Italia

 

marcobuzzini@hotmail.it